Interview | ArtEX

Interview | ArtEX

La ricerca delle possibilità, di nuovi linguaggi, partendo da una situazione di ‘scomodità’ è ciò che muove la creatività di Luciano Sozio, pittore, scultore e fotografo molisano, primo ospite del ciclo di incontri ArtEX>, l’arte incontra il Design, promosso dall’Università Europea del Design di Pescara.

“La prerogativa è mettersi in una condizione di scomodità. Per esempio, io fotografo con il telefonino, dipingo con pennelli da imbianchino e realizzo delle sculture effimere con materiali poveri.

Mi piace nobilitare elementi che vengono considerati di seconda e terza scelta. O che non vengono considerati affatto.

Mi piace l’idea di mettere in comunicazione ciò che è considerato senza voce, stonato.

La condizione di scomodità ti porta a cercare un equilibrio nuovo o a mettere in moto dinamiche e imprevisti.

Tutto è improntato all’idea dello stupore e delle possibilità: il campo delle possibilità, appunto, l’argomento di cui parlerò oggi con gli studenti della Ued. 

Parto dal presupposto che esiste una zona di luce anche in una zona ombrosa. La ricerca delle possibilità è la chiave per muovere tante altre cose.”

Parliamo delle tue esperienze passate.

“Ho vissuto a Berlino. Ho scelto di vivere quel periodo in un modo preciso per aprire delle porte dentro di me.

Non ho voluto imparare la lingua,  ma ho cercato di utilizzare la ‘seconda lingua’ ( quella gestuale), per mettere in moto altri meccanismi, per cercare di vedere qualcos’ altro.

A volte creiamo delle circostanze che anticipano dei periodi della nostra vita.

Dopo questo periodo,  infatti,  è venuta fuori la mostra dedicata ai non vedenti “Back side of the blind spot”, l’idea di leggere in un altro modo.”

Quali sono le esperienze che ti hanno formato come artista?

“Ho avuto la fortuna di crescere con una nonna analfabeta: lei mi ha dato la possibilità di guardare le cose comuni sotto un altro punto di vista,  con una visione tutta sua.”

Cosa significa, secondo te, essere artisti oggi?

“Essere artisti significa rappresentare il proprio tempo e cercare di prendere dal proprio tempo qualcosa che può essere utile per il futuro dell’umanità. È sempre stato così. “

Quale consiglio daresti ai ragazzi che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro?

“Non riesco a scindere il lavoro dalla vita. Per me vivere significa fare arte. Il consiglio è una cosa relativa.

Credo che ognuno debba trovare la sua strada e raccontare le sue verità. La verità di ognuno di noi è un valore universale. “

Progetti futuri?

“Sto lavorando ad un progetto inedito, ‘Ippon’, che in tema filosofico significa “un colpo, una vita” ed è un punto in cui si concentra il tempo, la forza e lo spazio; e in quel punto determinano il significato dell’oggetto preso in considerazione: la luce.

Non è stato un caso che abbiano scelto il nome Luciano per me. Luciano significa ‘nato nella luce’. La luce è per me la più grande possibilità. “

Come presenterai al pubblico Ippon?

“Ci sono tre istallazioni. Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di alcune persone e di alcune aziende con cui ho già collaborato con “Back side of the blind spot”. Per il momento non posso anticipare altro.”